giovedì 22 settembre 2011

Come un gruppetto di economisti decideva le sorti dell' Italia


Standard & Poor, dopo un periodo di suspance infinita, si è finalmente decisa a declassare l'affidabilità dei titoli di debito pubblici italiani. La decisione era nell' aria già da tempo, ma ragioniamo. Dei simpatici tipetti si riuniscono e decidono che l'Italia non è affidabile. Si emana un comunicato che contiene un grado d'approfondimento degno di un tweet e si scrive la storia.

Di che stiamo parlando? Standards & Poor è un'agenzia di rating. Di quelle che si occupano di stabilire se un qualsiasi titolo (sia esso un azione di un'azienda o un titolo di stato) è affidabile o meno. Si, proprio quelle stesse agenzie di rating che, fino al giorno prima del fallimento, davano ai titoli della Lemhan Brothers il massimo voto.

La situazione ha del paradossale. Analizziamo la funzione e il funzionamento di queste agenzie. Esse operano per il "bene comune" indicando ai risparmiatori su quali titoli investire e su quali no. E cosa ci guadagnano? Vengono pagate dalle stesse aziende che poi si trovano a dover giudicare. Un giudice che riceve lo stipendio direttamente dal giudicato. Tecnicamente questa si chiama corruzione. Ovviamente loro si difendono come possono. Non bisogna mai sospettare, su un pianeta dove ovunque regna la più nobile etica, che un manipolo di economisti possa anche solo lontanamente farsi influenzare nel giudicare un'azienda dalla quale riceve lauti compensi. Saremmo dei folli a farlo. 

Ecco come l'economia mondiale e, in questi giorni, in particolare quella del nostro paese viene direttamente influenzata da un giudice che non ha la minima autorevolezza per farlo. Il problema è che i giudizi delle agenzie di rating hanno il potere dell'oracolo di delfi. Infatti, ad esempio, se domani mattina S&P volesse, del tutto arbitrariamente, affermare che la Apple è sull'orlo del fallimento, questo giudizio finirebbe con l'avverarsi ugualmente, anche se non si fondava su nulla di concreto. Gli investistori, facendo riferimento ai giudizi delle agenzie di rating per valutare i loro investimenti finirebbero, infatti, per vendere le azioni Apple perché ormai considerate pericolose. Così la Apple finirebbe per perdere milioni di dollari in operazioni di trading finendo per fallire o comunque arrivandoci vicina.

wakarimasen82 - Flickr
Il dibattito è molto acceso negli Stati Uniti dove dopo l' ultimo declassamento subito il governo si è deciso a effettuare una serie di controlli sulle ragioni d' esistere di queste agenzie (le altre due sono Moody's e Fitch). Vogliamo davvero che la nostra vita sia decisa dal giudizio di un gruppo di persone che non ci garantiscono la minima imparzialità essendo pagati dalle stesse persone che si trovano a giudicare? Siamo mica idioti?

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