mercoledì 26 ottobre 2011

La tragedia di "Er Pelliccia" e Badoo

Non ci penserei mai a lanciarmi in una difesa di "Er Pelliccia", il ragazzo ventiquattrenne diventato l'icona rappresentativa dei Black Block. Ma qui c'è davvero dell'assurdo. Nel tentativo di fare notizia, si sà, si scrive di tutto. Essere a corto di idee è comprensibile, ma cercare di infinocchiare la gente con storielle incredibili no. E' questo quello che si è tentato di fare. Storielle dell'orrore confezionate ad hoc per spaventare quei pochi citrulli che hanno la straordinaria capacità di poter credere a ciò.

Dalla redazione on line del Corriere della Sera emerge un ritratto (visionabile qui) di Er Pelliccia da far invidia ai protagonisti de "I ragazzi dello zoo di Berlino". La scarsa moralità del ragazzo viene inconfutabilmente provata dallo status "in cerca di relazioni passionali" presente su Badoo, un noto sito di incontri. Successivamente si fa notare come sicuramente il ragazzo avesse seri problemi mentali in quanto i suoi film preferiti sono tutti "cult dello <<sballo>>" (sic). Tra questi rientra "Paura e delirio a Las Vegas". Non solo. Tra i libri preferiti viene citato "Quattro anni all'inferno" che pare essere un libro di magia nera. Che ci sia Lord Voldemort dietro le devastazioni della capitale? Non ci è dato saperlo. Per ora le uniche cose assodate sono che Er Pelliccia era un ragazzo disturbato; attratto dalle relazioni passionali, appassionato di film dello sballo e con qualche tendenza satanista.

A me, onestamente, viene un po da ridere. Quale persona sana di mente trarrebbe queste conclusioni dalle informazioni presenti su un sito di incontri? Ma soprattutto, quale persona non lobotomizzata, potrebbe ritenere un articolo del genere interessante e spunto per capire la psiche di Er Pelliccia? Sarebbe come concludere che i video di The Club siano rappresentativi della realtà dei protagonisti. The Club e Badoo hanno la stessa funzione. Non sto qui a spiegarla, ma è risaputo: in determinati ambienti si tende a esagerare e/o a costruirsi un personaggio.

sabato 22 ottobre 2011

Mi dissocio dal dissociativismo sui Black Block

Chi non se lo aspettava? Non sto parlando dell'ovvietà del fatto che ci sarebbero stati scontri durante la manifestazione a Roma del 15 Ottobre 2011. Parlo dell'ovvietà del fatto che, finita la manifestazione, tutti i personaggi di spicco avrebbero iniziato una tiritela infinita su quanto sia da criticare la violenza. Dure, durissime critiche da ogni lato; a momenti anche da sottoterra. "La violenza non va giustificata in nessun caso", "i black block vanno isolati", "bisogna dissociarsi da chi vuole solo creare caos", "masturbarsi è peccato", "andate a messa la domenica".

Chi sono i Black Block? Sono forse manifestanti particolarmente incazzati? No. Tutti i manifestanti di sabato scorso erano particolarmente incazzati. Non sarebbero stati li altrimenti.

I Black Block non hanno nulla a che vedere con i manifestanti. La società è costellata di persone particolarmente violente che trovano nello scontro fisico e nella distruzione incontrollata una valvola di sfogo, quasi un motivo per vivere. Si possono prendere come esempio i tifosi delle più accese e violente curve italiane. Credete davvero che la gente arrivi a malmenarsi seriamente solo per ribadire che la squadra per la quale tifa è migliore di un' altra? I tifosi violenti, così come i Black Block, sono semplicemente persone particolarmente ammaliate dallo scontro fisico e vivono nella continua attesa di un motivo per dare libero sfogo ai loro desideri.

La differenza tra un pregiudicato della curva del Napoli e un Black Block venuto a Roma da chissà dove risiede probabilmente nel fatto che il primo, cresciuto nelle periferie partenopee, ha trovato il suo luogo di culto della violenza: la curva appunto. Il secondo, povero lui, essendo magari cresciuto in un paesino dove la tifoseria della squadra locale comprende, esclusivamente, i parenti dei giocatori, ricerca altrove il suo altare. In questa ricerca quale occasione migliore di una delle manifestazioni più imponenti mai avvenute?

Insomma che esistano i violenti e che questi cerchino, spesso in branco, occasioni per dar sfogo alla loro violenza è cosa risaputa. Perché allora si continua a parlare di loro confondendoli di volta in volta con chi semplicemente vuole godersi una partita di calcio o chi vuole dignitosamente manifestare in difesa del proprio futuro? C'è qualcuno a cui ancora non è chiaro che la gente normale, per quanto esasperata possa essere, non si sveglia la mattina e pensa "bene ora vado a spaccare la vetrina di una banca"?

Sarebbe divertente sentire le motivazioni, le proposte e le idee dei Black Block riguardo questa fase storica. Penso possa essere l'inconfutabile prova che non c'entrano nulla con chi protesta.

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lunedì 10 ottobre 2011

La Padania esiste? Non si sa, ma l' Italia intanto affonda.

Una domanda degna del più avanzato tra i Trivial Pursuit: la Padania esiste? Pare uno scherzo, ma questa profondissima domanda di estrema rilevanza culturale ha agitato le menti e le lingue di alcuni tra i più autorevoli rappresentanti di quest' Italia (la quale esistenza dovrebbe essere certa) in questi giorni.

Tutto parte da un affermazione del Senatur sulla certezza della consistenza di una regione denominata Padania. Apriti cielo. Una serie di botta e risposta degna delle più divertenti discussioni al pub tra amici un po troppo cocciuti. Ripercorriamo un paio di tappe.

Napolitano, abusando nuovamente del suo super-poter (quello di parlare troppo), si lancia in una coraggiosa difesa dell' italica regione da eventuali idee secessioniste. "La Padania non esiste" è la sua netta conclusione e, prosegue, "qualsiasi intento secessionista neanche". Si accolla l' ormai, televisivamente parlando, moribondo presidente della Camera Gianfranco Fini parafrasando pare pare le parole del Presidente della Repubblica. Lodevole l' intento, un po meno lodevole lo scarso spirito di applicazione dimostrato nel copiare dal vicino di banco.

Dalle file della Lega, invece, la posizione non è chiara. Bossi, Calderoli e Maroni si dicono convinti dell' esistenza della Padania. Altri, come il sindaco di Verona Tosi, invece, credono che sia meglio, per il momento, occuparsi di problemi più contingenti e dei quali l' esistenza è provata, piuttosto che calarsi in discussioni metafisiche dall' esito incerto. Apriti cielo parte seconda. Tutti a scagliarsi contro il traditore. Bossi lo tronca di netto con uno schiaffetto educativo in stile "c'è gente che parla a vanvera". Calderoli ci va giù piu pesantemente sottolineando come le affermazioni di Tosi siano in evidente contrasto con l' articolo 1 (proprio così, nientepopòdimenoché l'articolo 1) dello statuto del carroccio. Neanche si stesse parlando della costituzione.

La Società Geografica Italiana (si, esiste una cosa del genere), probabilmente galvanizzata all' idea di poter finalmente lanciare un comunicato che verrà preso in considerazione non solo dal giornalino di quartiere, si leva in tutta la sua autorevolezza per affermare che la Padania non esiste. Più precisamente non esistono comunanze etniche culturali o storiche che possano far parlare di una regione padana.

Nonostante i numerosi interventi, però, non si è giunti ad una conclusione accettata da tutti. Insomma non si sa ancora chi ha ragione e chi torto. Questo perché, anche se tutto fa pensare ad un gruppetto d'amici che discutono a ricreazione, purtroppo, manca la figura della maestra a sentenziare chi ha ragione e chi torto per mettere una pietra sulla discussione. E l' Italia? Nessuno ha mai messo in discussione la sua esistenza. L' Italia è reale ed esiste. Ancora per poco, se continuano così.